Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera.
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VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior attrice straniera (Faye Dunaway)
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior regista (Sidney Lumet), Miglior sceneggiatura (Paddy Chayefsky), Miglior attore in un film drammatico (Peter Finch), Miglior attrice in un film drammatico (Faye Dunaway)
E' un film che sente molto, sulle spalle, il peso degli anni che porta.
Nel 1975, nello svelare i meccanismi perversi di un mezzo in fondo ancora molto giovane e a cui nessuno pensava come 'mostro', Quinto Potere poteva sembrare un pellicola geniale, visionaria, persino credibile nella sua lucida follia.
Oggi quel che rimane è un film lento, didascalico, e (difetto grave) totalmente privo di senso dello spettacolo. L'ho seguito davvero a fatica, lo ammetto. Colpa anche di attori di scarsissimo appeal (a parte la Dunaway).